L'ELENCO DEI VESCOVI Home page

Il primo elenco dei Vescovi di Calvi credo che sia stato redatto dal Cerbone nella sua vita di S. Casto, data alle stampe nel 1680. Egli l'ha preso da vecchi codici ora smarriti.

E’ stato ripreso dallo Zona e poi in contraddizione con questo, dal Ricca. Il Cardinale Zurlo che morì Arcivescovo di Napoli a Montevergine, illustre e innocente vittima della Repubblica Partenopea, nel l779, figura ieratica che tanto si differenzia dal facinoroso ed intrigante cardinale Ruffo, fece dipingere i ritratti dei Vescovi nella Sacrestia di Calvi sull'elenco del Cerbone.

I Vescovi dipinti dal Mozzillo e disposti cronologicamente in serie lungo tutte le pareti della sacrestia della Cattedrale di Calvi, sono 88, aggiornati successivamente dai ritratti degli altri Vescovi della Diocesi di Calvi, delle Diocesi di Calvi e Teano, unite "aeque principaliter" e, ancora da completare, della Diocesi di "Teano-Calvi" con decreto di fusione.

La Sacrestia della Cattedrale di Calvi è tutta affrescata, tra l’altro con simboli molto belli. La serie dei Vescovi è strutturata in tante "formelle" in parte affrescate in parte olio su tela; le grandezze sono varie, rapportate all’importanza dei Vescovi o Cardinali o alla loro figura storica.

Al centro primeggia il primo Vescovo della Diocesi, San Casto, risalente all’epoca apostolica, secondo la tradizione ordinato Vescovo da San Pietro. La visione pittorica d’insieme risalta per originalità e decori tipici del 700/800; il tutto impreziosisce l’ampio locale per la luminosità e la policromia, veramente unica nella storia dell’arte similare, tanto da farne un capolavoro.

L’elenco dei Vescovi va completato anche con le ulteriori scoperte storiche e archeologiche, tanto più preziose perché occasionali.vescov.gif (37507 byte)

Mons. Francesco Tommasiello, ultimo successore di San Casto, I vescovo

 

MONS. FRANCESCO TOMMASIELLO (1989 ), nato a Solopaca (BN), è l'attuale Vescovo della Diocesi di Teano-Calvi. Dopo dieci anni dall'inizio del ministero pastorale, tutti gli sforzi sono concentrati nell'attuazione di una spiritualità secondo il piano diocesana, nel cammino verso l'ideale di Chiesa: "Sacramento dell'intima unione con Dio e dell'unità del genere umano" (LG 1).

MONS. FELICE LEONARDO, Vescovo in quiescenza, ex ordinario diocesano di "Cerreto - Telese - Sant'Agata dei Goti", domiciliato in Teano (Caserta), "Pater et Magister", persona di grande spiritualità e cultura, amico e tutore della Cattedrale Romanica (Sec. XI) in Calvi Risorta (Caserta).

CATALOGO EPISCOPALE della DIOCESI di CALVI

Elenco dei Vescovi della Diocesi di Calvi prima dell'unione a quella di Teano:

1) scasto.gif (28328 byte)S. CASTO, I° Vescovo, Patrono della Diocesi, Martire nel 66 d.C.

 

 

 

 

 

 

 

2) calepod.gif (19294 byte)CALEPODIO (+307)

 

 

 

 

UNA RILEVANTE TESTIMONIANZA STORICA: la partecipazione di GRAZIANO, Vescovo di Calvi, al Concilio di Rimini (359)

Sant'Ilario, citato dal Mansi,( Mansi - Concilia - vol.. III - col. 299) scrisse che al Concilio di Rimini del 359, trattandosi la causa dei Vescovi dell'Illirio, sorse a parlare GRACIANUS (sic) episcopus a Calle (= Cale, ablativo della forma singolare Cales, is entrata in uso nel tardo latino in sostituzione della forma classica plurale Cales, Calium). Eccone il testo originale nella versione italiana: "Fratelli carissimi, per quanto si convenne, il Sinodo cattolico pazientò si mostrò benevolo nei riguardi di Ursacio, Valente e Germinio Gaio Ogni qualvolta essi, cambiando la loro fede, turbarono tutte le Chiese ed ora cercano di far penetrare il loro spirito eretico negli animi cristiani.

Essi infatti vogliono sovvertire la dottrina di Nicea, dottrina contro l'eresia ariana e le altre eresie. Inoltre hanno esibito una professione di Fede che a noi non è lecito accogliere. Invero già in antecedenza sono stati dichiarati eretici e in molte occasioni (ciò) è stato confermato, condannando con la nostra voce, mentre erano presenti, quelli che non abbiamo ammesso nella nostra Comunione.

Ora affinché sia sottoscritto da ognuno di voi, dichiarate ancora una volta quale è il vostro parere." All'unanimità tutti i Vescovi dichiararono:

"Il nostro parere è che siano condannati i suddetti eretici, affinché la Chiesa possa rimanere in pace perpetua nella Fede indiscussa che è la Fede Cattolica".Il medesimo testo nella originaria lingua latina: (Cfr. Mansi - Concilia - vol. II - col. 299). Gracianus (sic) episcopus a Calle dixit:"Quantum decuit, fratres carissimi, Catholica Synodus patientiam habuit et piam Ecclesiam totiens se exhibuit iuxta Ursacium, Valentem et Germinium Gaium qui totiens mutando quod crediderunt, omnem Ecclesiam turbaverunt et nunc conantur hereticum animum suum inserere animis christianis. Subvertere enim volunt Tractatum habitum apud Nicheam, qui positus est contra primam heresim et ceteras. Adtulerunt nobis praeterea conscriptam fidem a se quam recipere non licebat. Iam quidem heretici antehac pronuntiati sunt et multis diebus est conprobatum quos ad nostram communionen non admisimus, voce nostra damnantes eos praesentes. Nunc iterum, quid vobis placet, iterum dicite ut singulorum subscriptione firmetur''.Universi Episcopi dixerunt:"Placet ut heretici suprascripti damnentur, quo possit Ecclesia fide inconcussa, quae vera catholica est, in pace perpetua permanere" .

3) LIBERIO (+405)

4) RUFFO (+414)

5) AURELIO (+504)

6)aucupio.gif (17942 byte) AUCUPIO (+513)

 

 

 

 

 

7) CLAUDIO (+556)

8) LEONE (+567)

9) RODOLFO (+767)

10) SILVIO (+797)

Il) NICETA (798, +814)

12) PASSIO (+828)

13) FERDINANDO (+828)

14) VALENTINO (838, +842)

15) ANDREA (853) di Calvi (Calvensis)

16) GIOVANNI I

17) ALDERICO

18) FALCONIO

19) GIRALDO (1098--)

20) PIETRO I (1141, +1144)

21) GUGLIELMO (+1155)

22) TANCREDO (1174--) 23) ? (1233)

24) ODOARDO (1245--)

25) PALMERIO (1245--)

26) ISERBARDO (1265-1272)

27) GREGORIO I (1272--) ,Canonico caleno.

28) LANDOLFO (1289)

29) ROBERTO I (+1291)

30) ENRICO (1294--)

31) FEDERICO (1311--)

32) GIOVANNI II (+1324)

33) PIETRO II (1325)

34) TADDEO (+1331)

35) GIOVANNI III (1332-1333)

36) STEFANO I (1342-1345)

37) GIOVANNI IV (1345-1348), arpinate, Venerabile.

38) PIETRO III (1348-1362)

39) RAINALDO (1362--)

40) NATONIO (+1370)

41) ROBERTO II (+1375)

42) GIOVANNI V (+1393)

43) BARTOLOMEO (1393-1403)

44) STEFANO II (1403-1414)

45) ANTONIO II (1413-1415)

46) ANTONIO III (1415-1443)

mazziot.gif (14002 byte)47) ANGELO MAZZIOTTA (1443-1446)

 

 

48) ANTONIO IV (1466--)

49) ANGELO MAROTTA (1495--)

50) MAURELIO MAROTTA (1495--)

51) MATTEO DE MAGNANO (1505--)

52) GABRIELE DE URSINI (1512-1519)

53) GIOVANNI ANTONIO GALLO (1519-1543)

54) BERNARDINO DE LAURENTIS (1545--)

55) MARINO DE IANIARIO (1546--)

56) BERENGARIO (1547-1551)

57) BELISARIO GAMBARA (1551-1556)

58) VINCENZO DE MAGNANO (1557--)

59) GASPARE DEL FOSSO (1571--), Abate.

60) SILVIO MAGNANO (1574)

61) PAOLO DE BAUCIO (1575)

62) ASCANIO MARCHESINO (1576 --)

63) SCIPIONE BOZZA (1580..) trasferito alla Diocesi di Lucera

64) FABIO MARANTA (1582 - 1619)

65) GREGORIO DEL BUFALO (1619 - 1623)

66) GENNARO FILOMARINO ( 1623 - 1650)

67) FRANCESCO FALCUCCI (1651 - 1659)

68) VINCENZO II CARAFA (1660 - 1679)

69) desilva.gif (20712 byte)VINCENZO M. DE SILVA ( 1679 - 1702)

 

 

 

 

 

70) CARACCIOLO DEL SOLE ( 1702 - 1714)

71) GIOVANNI CARAFA (1719), morì prima di prendere possesso

72) FILIPPO POSITANO (1720 - 1732)

73) GENNARO M. DANZA (1732 - 1741)

74) GIUSEPPE BARONE (1741)

75) AGNELO FRAGGIANNI (1742 - 1756), trasferito dalla Diocesi di Venafro

capece.gif (65389 byte)76) GIUSEPPE M. CAPECE ZURLO (1756 - 1782), eletto Cardinale Arcivescovo di Napoli (1782 - 1801)

 

 

 

 

Elenco Dei Vescovi Delle Diocesi Unite Di Calvi E Teano

77) ANDREA DE LUCIA (Ultimo dei Vescovi di Calvi (1792 - 1818), 1° dei Vescovi delle Diocesi unite di Calvi e Teano (1818-1829))

Dopo oltre un decennio di Sede vacante, successore del Cardinale Giuseppe Maria Capece Zurlo fu Mons. ANDREA  DE  LUCIA che la Provvidenza destinava ad essere anche l'ultimo Vescovo della Diocesi di Calvi e il 1° di quella di Calvi e Teano.Infatti, il 28 giugno 1818, il Sommo Pontelce Pio VII, con Bolla Apostolica "De utiliore Dominicae", decretava l'unione "aeque principaliter" delle Diocesi di Calvi e Teano. In tal modo, Mons. De Lucia, dopo essere stato per ben 26 anni (1792-1818) l'ultimo Vescovo della Diocesi di Calvi, si trovò ad essere anche, per altri 11 anni (1818-1829), il primo Vescovo delle Diocesi unite di Calvi e Teano. Nel periodo precedente l'unione, Mons. De Lucia, sulle orme del Cardinale Zurlo, s'interessò molto alla formazione spirituale e culturale dei giovani allievi del Seminario, nonchè al decoro della Chiesa Mdre e del Palazzo Vescovile, in Pignataro Mggiore. Nel Palazzo Vescovile, con elegante gusto estetico, fece ornare di bei disegni e di altrettanto belle decorazioni sia le porte che le pareti ed i soffitti di diverse stanze. Di essi, purtroppo, in seguito al passaggio delle truppe tedesche in ritirata prima e di quelle alleate di occupazione dopo, non è rimasto quasi più nulla.

 Nel secondo periodo, s'adoperò in tutti i modi per far seguire all'unione materiale delle due Diocesi anche, e soprattutto, quella morale e spirituale. Dopo di lui dieci Vescovi si sarebbero succeduti nel governo delle due Diocesi. Immediati successori di Mons. Andrea De Lucia furono Mons. GIUSEPPE  PEZZELLA  (1829-1833),  eremitano,  Mons. GIUSEPPE TRAMA (1834-1837), napoletano, rinunziatario per motivi di salute e Mons . NICOLA STERLINI ( 1840-1860), agrigentino. Tuttavia, senza nulla togliere alle loro riconosciute benemerenze, (di Mons. Sterlini, in modo particolare), fu senza dubbio durante l'Episcopato del quarto successore, Mons. BARTOLOMEO D'AVANZO, elevato poi alla dignità cardinalizia, che le Diocesi di Calvi e Teano attraversarono un periodo di grande splendore .

pezzel.gif (51122 byte)78) GIUSEPPE M. PEZZELLA (1829 - 1833), eremitano

 

 

 

 

79) GIUSEPPE M. TRAMA (1834 - 1837), dimissionario per motivi di salute

starlic.gif (46744 byte)80) NICOLA STERLINI (1840 - 1860), agrigentino

 

 

 

 

davanzo.gif (67466 byte)81) BARTOLOMEO D'AVANZO (1860 - 1884), di Avella di Nola (Na), eletto Cardinale nel 1876

IL CARDINALE BARTOLOMEO D'AVANZO

VESCOVO DI CALVI E TEANO (1860-1884)

Nato il 3 luglio 1811 ad Avella di Nola dal medico Bartolomeo e da Caterina Buvelli, Mons. D'Avanzo, per la morte del padre, avvenuta subito dopo la sua nascita, trascorse l'infanzia in compagnia della madre, del fratello maggiore, Martino, divenuto in seguito noto medico chirurgo, della sorella Luisa, anch'ella maggiore di lui, di vita devota, e di una zia materna, Patrizia, che s'interessò˜ molto all'edu- cazione, soprattutto religiosa, dei tre nipoti.

Giovinetto ancora, entrò nel Seminario di Nola, in quel tempo uno dei maggiori e più qualificati Istituti del Regno di Napoli. Fu ivi che temprò il suo spirito allo studio dei classici antichi e moderni ed, in particolare, della nostra Santa Religione. Al termine degli studi nel Seminario di Nola, ordinato Sacerdote il 20 settembre 1834, s'iscrisse alla Regia Universitàˆ di Napoli, donde uscì con la Laurea del Dottorato.

Rientrato nel Seminario di Nola, gli venne affidata la cattedra di Teologia Dommatica e quella di Lingua Ebraica. In questo periodo collaborò attivamente al celebre periodico napoletano "La Scienza e la Fede".

Nominato Canonico del Capitolo Cattedrale di Nola, gli furono affidati altri delicati ed importanti uffici, quali quelli di Revisore dei libri e dei casi morali e Segretario della famosa Accademia di Religione Cattolica istituita, a Nola, dal Vescovo del tempo, Mons. Pasca, definito dal Galante "sagace indagatore e munifico mecenate di buoni ingegni".

Del D'Avanzo lo stesso Mons. Pasca ebbe a scrivere testualmente: "si diede con tanto impegno allo studio delle lettere e delle scienze, all'osservanza delle regole ed alla frequenza dei sacramenti, da dare, in modo dotto e sapiente, pubbliche testimo- nianze del suo impegno e valore, particolarmente in materia di Teologia e Filosofia ....".

A circa quaranta anni di età, il 18 marzo 1851, fu eletto dalla Santa Sede a Vescovo di Castellaneta e Mottola, ricevendo la consacrazione episcopale 10 giorni dopo, il 28 Marzo 1851.

Tra le molte opere di bene compiute da Mons. D'Avanzo a Castellaneta, meritano di essere ricordate la Cappella marmorea in onore dell'Immacolata, fatta erigere a sue spese nel Duomo di quella città con statua ed altare scolpiti dal celebre artista napoletano Citarelli; la Biblioteca che fornì di numerosi e pregevoli volumi; gli Episcopi di Castellaneta e di Mottola, corredandoli riccamente di mobilio ed ogni altro genere di conforti; il Convento di S. Domenico, che comprò e restaurò a sue spese, affidandolo alle benemerite Figlie della Carità per l'educazione delle giovanette povere e l'erogazione gratuita delle medicine ai malati bisognosi, specie quelli colpiti da febbri malariche. Nel 1854, scoppiato il colera in numerosi centri delle due Diocesi, Mons. D'Avanzo corse, con tutti i mezzi, in aiuto ai colerosi, prodigandosi con tanto zelo in quest'opera così profondamente umana e cristiana, da meritarsi dall' allora Re di Napoli, Ferdinando II, la Gran Croce della Commenda dell'Ordine di Francesco I, (dal Giornale delle Due Sicilie, 7 - XII -1854).

Sei anni dopo, precisamente il 13 luglio 1860, il Vescovo Bartolomeo D'Avanzo veniva trasferito alle Diocesi di Calvi e

Teano rimanendo per 13 anni ancora, Amministratore Apostolico delle Diocesi di Castellaneta e Mottola.

Un mese dopo, precisamente il 13 agosto 1860, fu fatto segno ad un sacrilego attentato.

Mentre, infatti, in quel giorno si dirigeva da Castellaneta a Casamassima, per indi recarsi prima ad Avella, suo paese nativo, e poi alle due nuove Diocesi di Calvi e Teano, proprio all'uscita del bosco di Gioia del Colle, venne proditoriamcnte e vilmente aggredito da due loschi figuri che, attraverso i finestrini della carrozza gli esplosero contro quattro colpi di fucile dei quali il primo fracassò l'interno della carrozza, il secondo gli ferì il polso della mano destra, il terzo gli sfiorò le costole uscendo sotto l'ascella sinistra ed il quarto lo colpì al petto.

Quest'ultimo sarebbe riuscito sicuramente mortale, se non si fosse miracolosa- mente arrestato sulla Croce Pettorale.

Ancora oggi è possibile vedere la Croce Pettorale, contorta, e la pallottola, con vicino lo scapolare della Madonna (l'abitino) che Mons. D'Avanzo portava sempre sospeso al collo, nella piccola vetrina, posta accanto alla sua tomba, nella Chiesa Collegiale di Avella.

A causa del!'attentato ed ancora più per le note circostanze politiche del tempo, non potendo raggiungere la nuova Sede Vescovile di Calvi e Teano, fu costretto a rifugiarsi nell'ospitale convento dei Padri Cappuccini di Sorrento, non mancando tuttavia, anche da quel forzato esilio, di far sentire la sua autorevole ed energica protesta contro il settarismo e l'anticlericalismo imperante del tempo. Solo sette anni dopo, nel 1867, poté finalmente raggiungere la Diocesi di Calvi e Teano, dando subito inizio ad una vasta opera di ricostruzione materiale e morale in tutti i campi ed a tutti i livelli.

Si interessò, in modo particolare, dei due Seminari profondendo per essi ingentis- sime somme di denaro, promovendo con tutti i mezzi la formazione spirituale ed intellettuale dei giovani allievi.

A Teano comprò e riedificò quasi completamente il vecchio monastero di S. Reparata, chiamandovi poi i benemeriti Padri Redentoristi per lo svolgimento del sacro ministero. Ancora a Teano l'opera sua più bella fu, senza dubbio, il Duomo con la maestosa cupola a mosaico raffigurante il trionfo dell'Immacolata, l'artistico portico a peristilio ed il soffitto a laqueare, con al centro l'artistico quadro di S. Giovanni Evangelista, il tutto andato, purtroppo, quasi completamente distrutto, insieme con l'episcopio ed il Seminario, durante i bombardamenti aerei del 1943.

A Pignataro Maggiore abbellì sontuosamente la Cappella, già detta del Sacramen- to, adornandola di un'artistica statua dell'Immacolata, opera del celebre scultore Citarelli, e restaurò, quasi interamente, il Palazzo Vescovile.

Essendo ormai già a tutti note le sue straordinarie doti di mente e di cuore, all'apertura del Concilio Vaticano I (8-12-1869), Mons. D'Avanzo fu chiamato a Roma quale membro della Commissione "De Fide". Purtroppo, dopo poco più di sei mesi dalla sua convocazione, l'Assemblea Conciliare, pur avendo in precedenza votata alla unanimità la Costituzione "De fide catholica", si trovò divisa sulla questione dell'Infallibilità Pontificia. Contro una qualificata maggioranza, dichiarata- mente favorevole, si schierò una certa qual minoranza, composta di Vescovi tedeschi, francesi e nord americani, ostinatamente contraria.

Nella Congregazione del 20 giugno, il Vescovo di Calvi e Teano, Mons. Bartolomeo D'Avanzo, dopo d'avere, con un vibrato discorso, confutato tutte le obiezioni degli avversari, difese con tanta enfasi ed ardore la tesi dell'Infallibilità, da suscitare il consenso unanime di tutta l'assemblea conciliare. Meno di un mese dopo, il 18 luglio 1870, veniva definitivamente approvata la Costituzione dommatica sulla Chiesa "Pastor Aeternus".

In essa, il testo della definizione dell'Infallibilità, tranne due aggiunte, è perfettamente identico a quello presentato da Mons. D'Avanzo in un suo voto privato. (Mansi - Collectio Conciliorum - t. I - 52, 1183 - n. 35).

Poco dopo, il Concilio era costretto a porre termine ai suoi lavori, a causa del conflitto franco-tedesco, scoppiato all'indomani stesso della definizione dell'Infallibi- lità, il 19 luglio 1870.

Sei anni dopo, nel 1876, il Sommo Pontefice Pio IX, in riconoscimento degli altissimi meriti acquisiti dal Vescovo Bartolomeo D'Avanzo sia durante i 24 anni di Episcopato, sia, soprattutto, nel corso del Concilio Vaticano I, l'elevava alla dignità Cardinalizia.

Il ritorno del Neo-Cardinale da Roma nella sua diocesi di Calvi e Teano, fu una vera apoteosi, stando alle cronache del tempo .

Purtroppo, però, la festa e l'entusiasmo dovevano durare poco, perché, appena un anno dopo, nel 1877, colto da improvviso malore, fu costretto a lasciare le sue dilette diocesi di Calvi e Teano, per ritirarsi nella nativa Avella.

Il suo fisico, logorato da tanti anni di studi e fatiche, non poté resistere più a lungo.

Tuttavia, anche in quello stato di forzato riposo, continuò nel governo delle due Diocesi.

Sette anni dopo, il 20 ottobre 1884, essendo il suo stato di salute peggiorato rapidamente, il Vescovo di Calvi e Teano, Cardinale Bartolomeo D'Avanzo, lasciava serenamente questa terra per volare in seno a Dio; nel Suo grande cuore portava, indelebilmente scolpito, il mistico trittico che aveva costantemente scandito tutte le ore della sua vita: il Sacro Cuore, la Vergine Immacolata, il Romano Pontefice. Aveva 73 anni.

La sagrestia della Cattedrale Romanica ne raccoglie la venerata effigie e sotto il medaglione (n.d.r.: Il medaglione si trova dipinto proprio al centro della parete occidentale). che, ovviamente è un pò più vistoso degli altri, si legge la seguente iscrizione, tradotta qui in lingua italiana dal latino originale:

"Bartolomeo D'Avanzo, della Diocesi di Nola, fu uomo dalla natura dotato di sì forte ingegno da meritare, per la straordinaria eccellenza della dottrina, di essere elevato, all'età di 40 anni appena, alla dignità di Vescovo di Castellaneta prima, nel 1852, e di Calvi e Teano poi, nel 1860. Prese parte al Concilio Vaticano come membro della Congregrazione De Fide. In esso dimostrò e difese così strenuamente la tesi controversa dell'infallibilità del Romano Pontefice "ex Cathedra docens", da essere proclamato, a voce alta, tra le felicitazioni dei Padri, trionfatore della gloriosa battaglia. Reduce dal Concilio, onusto di gloria come di bottino nemico, affinhé non svanisse il ricordo di così grande vittoria e trionfatore, venne decorato della Porpora Romana, come di corona trionfale. Morì il 20 ottobre 1884".

Del Cardinale D'Avanzo, grande scrittore, pubblicista e saggista, oltre a vari scritti d'indole filosofico-teologico-umanistico-sociale, si hanno in particolare, due volumi 1) "Opuscoli teologico - biblici"; 2) "Atti Episcopali e nuovi Opuscoli del Vescovo Bartolomeo D'Avanzo''. (Tip. Poliglotta della S.C. di Propaganda Fide - Roma 1879).

In essi critica e confuta magistralmente il Richer, il Giansenio, il Cartesio, lo Spinoza, il Fichte, lo Schelling, I'Hegel e lo Strauss dimostrando, con l'autorità dei sacri testi, la veridicità dei fatti biblici e le regole dell'esegesi, come il Naturalismo, il Razionalismo ed il Deismo distruggano i principi stessi della retta ragione.

In essi, inoltre, afferma e dimostra, in maniera mirabile, la possibilità del miracolo, la verità della creazione e l'assurdità del Panteismo .

Per quel che concerne l'azione pastorale e la spiritualità del Cardinale D'Avanzo, dato il carattere schematico del presente scritto (una semplice rassegna), in sintesi, si può affermare che esse possono essere ricondotte, la prima a tre oggetti fondamentali: la famiglia, la scuola e la carità, la seconda a tre ricche sorgenti di vita soprannaturale: il Sacro Cuore, la Vergine Immacolata ed il Romano Pontefice.

E' quanto emerge chiaramente da tutti i suoi scritti (Lettere Pastorali - Notificazioni al clero ed ai fedeli - Esortazioni Corrispondenza ecc.) ai quali si riman- dano volentieri quanti volessero più profondamente conoscere la personalità davvero poliedrica del Cardinale D'Avanzo.

1^ Centenario della morte del Card. D’Avanzo (a.D.1983)

In margine alle Celebrazioni per il 1^ Centenario della morte del Cardinale B. D'Avanzo- 1884-1984, segnaliamo:

1 - la LETTERA PASTORALE per il 1^ Centenario della morte del Cardinale D'Avanzo inviata da S. E. Mons. Matteo Guido Sperandeo al clero ed ai fedeli della Diocesi di Calvi e Teano.

2 - la CONFERENZA(I) che l'E.mo Cardinale Giuseppe Caprio, Presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede, tenne, in apertura di esse, la sera del 22 Ottobre 1983 nella Chiesa Cattedrale di Teano.

3 - la OMELIA"(2) che l'E.mo Cardinale Corrado Ursi, Arcivescovo di Napoli, tenne la sera dell'otto Dicembre 1983, Festa dell'Immacolata, nella Chiesa Madre di Pignataro Maggiore.

Cfr. a) il Settimanale L'IDEA (n. 40 -1/XI/1983) b) OSSERVATORE ROMANO - 7-8/XI/1983

(2) Cfr. Card. Corrado Ursi - L'Immacolata ed il Cardinale D'Avanzo - Libr. Ed. Vat., 1983.

I SUCCESSORI DEL CARDINALE D'AVANZO

I Vescovi di Calvi e Teano successori del Cardinale D'Avanzo sono stati, fino ad oggi, dieci.

In ordine cronologico, sono

giordan.gif (52228 byte)82) ALFONSO M. GIORDANO (1884 - 1907), avellinese, redentorista.

MONS. ALFONSO MARIA GIORDANO (1884-1908), redentorista, che, abbandonato definitivamente il vecchio Seminario a ridosso del torrente Decola, rese funzionale, per tutti i mesi dell'anno, il nuovo Seminario ("Ospizio") fatto costruire da Mons. Zurlo, per i soli mesi estivi nella borgata Zuni di Calvi Risorta.

 

83) ALBINO PELLA (1908 - 1915), biellese (VC), trasferito alla Diocesi di Casalmonferrato

MONS. ALBINO PELLA (1908-1915), piemontese di Biella (VC), cui si deve la controporta fatta praticare nella parete Sud della Cattedrale di Calvi e che, dopo appena un settennio, fu trasferito alla Sede Vescovile di Casale Monferrato (AL) in Piemonte, sua terra di origine.

licata.gif (44506 byte)84) CALOGERO LICATA (1916 - 1924), agrigentino

MONS. CALOGERO LICATA (1915-1924), agrigentino, che, per motivi economico-topografici, fuse in un unico "Seminario Interdiocesano", con sede a Teano, i due Seminari di Calvi e Teano e che, purtroppo, morì prematuramente e tragicamente precipitando da un solaio del nuovo Seminario ancora in costruzione.

 

 

85) GIUSEPPE MARCOZZI (1926 - 1940), di Ascoli Piceno (AP)

MONS. GIUSEPPE MARCOZZI (1926-1940), da Ascoli Piceno, fu promotore, fra l'altro, di un importante Sinodo Diocesano e di due riuscitissimi Congressi Eucaristici, il primo a Pignataro Maggiore, nel 1929 ed il secondo a Teano tre anni dopo, nel 1932.

86) GIACINTO TAMBURINI (1941 - 1944), di Comacchio (FE)

MONS. GIACINTO TAMBURINI (1941-194S), da Comacchio, in Provincia di Ferrara che, eletto in pieno periodo bellico, morì, dopo appena quattro anni, possiamo credere di dolore, nel vedere le orribili devastazioni causate dalla guerra nelle sue Diocesi e, soprattutto, nel vedere quasi completamente distrutti dai bombardamenti aerei su Teano, il Seminario, la Cattedrale e lo stesso Palazzo Vescovile.

87) VINCENZO BONAVENTURA MEDORI (1945 - 1950), di Bagnoreggio (VT)

MONS. VINCENZO BONAVENTURA MEDORI (19451950),da Bagnoregio, in Provincia di Viterbo, che, ritornata finalmente la pace, si diede, con grande coraggio ed entusiasmo, alla ricostruzione materiale e morale delle due Diocesi prendendosi cura in maniera particolare del Seminario, delle due Cattedrali, dell'Azione Cattolica e degli interessi del mondo del lavoro (ACLI). Purtroppo, egli morì prematura.mentc ed improvvisamente, dopo appena un lustro di fecondo Episcopato.

88) GIACOMO PALOMBELLA (1950 - 1954), di Acquaviva delle Fonti (BA), trasferito all'Archidiocesi di Matera

MONS . GIACOMO PALOMBELLA ( 1951-1954), da Acquaviva delle Fonti, in Provincia di Bari, del quale si ricordano le Peregrinazioni della Madonna e del Crocifisso (n.d.r.: La Peregrinazione del Crocifisso ("Peregrinatio X.sti"), inaugurata da Mons. Medori nell'Anno Santo 1950 (che fu purtroppo anche quello della sua morte!), fu poi ripresa e condotta a termine da Mons. Palombella) e che, dopo appena un quadriennio, fu trasferito alla Chiesa Arcivescovile di Matera, in Basilicata.

89) MATTEO GUIDO SPERANDEO (1954 - 1984), di Lauro di Nola (NA), rinunziatario per raggiunti limiti di età

MONS. MATTEO GUIDO SPERANDEO (1954-1984), nato a Lauro (AV), Diocesi di Nola (la stessa del Grande Cardinale Bartolomeo D'Avanzo); sono a tutti note le sue molteplici e particolari benemerenze. Del resto, basta scorrere, anche solo rapidamente, i numeri speciali del Bollettino Diocesano usciti in edizioni straordinarie nelle varie fauste ricorrenze (25° Anniversario di Episcopato nella Diocesi di Calvi e Teano, 50¡ Anniversario dell'Ordinazione sacerdotale) per rendersene conto. A lui è toccato, tra l'altro, il privilegio di partecipare a quello che, senza alcun dubbio, deve considerarsi uno degli eventi ecclesialii più importanti non solo del secolo XX, ma di tutta la Storia della Chiesa: il Concilio Vaticano II. Sintonizzare la Sua azione pastorale sull'onda delle nuove direttive conciliari, dalle parvenze spesso molto audaci e quasi rivoluzionarie, recepirne il messaggio, onde poi trasmetterlo al clero ed ai fedeli delle Sue Diocesi, fu questa la sua cura precipua. Sollevato dal governo pastorale il 17 agosto 1984, in conformità al can. 401 del C.J.C., morì il I dicembre 1987 a Visciano di Nola (NA), dove è sepolto nella Basilica di Maria SS. Consolatrice del Carpinello.

Elenco dei Vescovi della Diocesi di Teano - Calvi in seguito al Decreto di Fusione

90) FELICE CECE (1984 - 1989),

MONS . FELICE CECE ( 1984 - 1989), nato a Cimitile (NA). Dopo appena un lustro di fecondo Episcopato nelle Diocesi unite di Calvi e Teano, venne trasferito all'Archidiocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia nel 1989. In precedenza, con Decreto in data 2 febbraio 1987, aveva reso esecutivo il Decreto della Congregazione dei Vescovi concernente la FUSIONE delle due Diocesi unite di Calvi e Teano nell'unica Diocesi di TeanoCalvi (30.09.86).

di Cimitile (NA), trasferito all'Archidiocesi di Sorrento Castellammare di Stabia

91) FRANCESCO TOMMASIELLO (1989 di Solopaca (BN)

MONS. FRANCESCO TOMMASIELLO (1989 ), nato a Solopaca (BN), è l'attuale Vescovo della Diocesi di Teano-Calvi. Dopo dieci anni dall'inizio del ministero pastorale, tutti gli sforzi sono concentrati nell'attuazione di una spiritualità secondo il piano diocesana, nel cammino verso l'ideale di Chiesa: "Sacramento dell'intima unione con Dio e dell'unità del genere umano" (LG 1).

Il Lanzoni ritenne poco credibile detto Catalogo perché, a suo avviso, nell'arco di ben sei secoli riporta appena otto Vescovi (Cfr. F. Lanzoni - Le Diocesi d'Italia dalle origini al sec. VII, vol. I, pag. 186).

Orbene, a parte la poca validità di tale motivo, sta il fatto che la critica storica, nell'are dei detti secoli, agli otto Vescovi riportati dal Catalogo, ha potuto aggiungerne almeno altri tre: GRAZIANO "de Calle", intervenuto attivamente al Concilio di Rimini contro gli Ariani nel 359 (Cfr. Mansi - Concilia, vol.. III, col. 299), VALERIO Caleno, presente al Sinodo Romano del 499 (Cfr. T. Mommsen - Monumenta Germaniae historica, Auctores antiquissimi, vol.. Xll, pag. 32, 37, 408) cd infinc GIUSTO, Vescovo di Calvi dal 5 marzo dell'anno 488 al 5 febbraio del 492, come emerso dall'epitaffio scolpito sul suo sarcofago venuto fortunosamente alla luce nel 1932: "Qui riposa nel sonno della pace Giusto che visse nell'episcopato per tre anni ed undici mesi - morto mercoledì 5 febbraio dopo il consolato di Olibrio il Giovane". Orbene, essendo storicamente accertato che l'anno successivo al Consolato di Olibrio il Giovane, di cui si fa menzione nel suddetto epitaffio, è il 492, procedendo a ritroso di tre anni ed undici mesi, dal 5 febbraio di tale anno (giorno della morte del Vescovo Giusto: "nonis februarii") si giunge facilmente al 5 marzo del 488, giorno della sua elezione.

Data molto importante perché dimostra, in maniera evidente, I'esistenza della Diocesi di Calvi già nel V secolo.

Un contadino arando la terra si accorse che il vomere afferrava qualche cosa di duro. Ne uscì una lapide di marmo rozzo, con rozza scrittura. Ora trovasi murata a destra di chi scende, nella mistica cripta della Cattedrale.

Lunga poco più di un metro, larga quasi mezzo, dice:

HIC RE(quiescit) IN SOMNO PA(cis)

IUSTUS EPlSC(Opus) QUI FUIT IN (e-)

PISCOPTUM ANNOS TRES (et)

MENSES Xl; DEPOSITUS DIE MERCURIS

NON. FEBR. POST CONSOLATUM OLIBRI IUNlOR(is)

Il P. Ferrua in un dotto articolo sulla Civiltà Cattolica 1953 - pagg. 39l - 399) con indagine ricca di erudizione dimostra che il Vescovo Giusto abbia retta la diocesi dal marzo 488 fino al 5 febbraio 492. Forse fu l’immediato predecessore di Valerio che intervenne al sinodo romano del 499.

Di modo che al quinto secolo a Calvi è criticamente provata la presenza del Vescovo.

Se poi saliamo più su, ci troviamo davanti ad un altro Vescovo Graecianus che al concilio di Rimini nel 359 tenne un forte discorso contro i Vescovi ariani dell’Illirico. Il sunto del discorso ci è stato tramandato da sant’Ilario chiamando Graeciano episcopus a Calle. Ed il Lanzoni che pure si pronunziò in maniera pessimistica sulla serie dei vescovi di Calvi, pensa che quel Calle voglia dir Cales.

Siamo arrivati al 350.

Nel 1949, nella stessa zona della Basilica-Cattedrale di Calvi, "San Casto Vecchio", dove venne trovato il predetto epitaffio del Vescovo Giusto, fu rinvenuta, pure casualmente, un’altra lastra tombale con suscritto: "Hic requie(s)cit in somno pacis Celerius Iustinianus qu(i) vixit annos V; et per ipsum locum vos coniuro (ne) quis (s)uper ipsum ponatur, quia iste locus a prius sanctus est" e cioè: "+ Qui riposa nel sonno della pace Celerio Giustiniano che visse cinque anni; vi scongiuro per lo stesso luogo di non porre un altro sopra di lui stesso perché questo luogo è santo dall'inizio''.

La tradizione orale, a memoria d’uomo mai venuta meno, chiama a tutt’oggi la località del rinvenimento della lapide "San Casto Vecchio". La lapide porta il segno della croce ed è dedicata a "Celerio Giustiniano", un fanciullo di cinque anni.

Essa è databile anteriormente all’epitaffio del sarcofago del Vescovo Giusto, 488 d. C., per la dizione strutturale linguistica del latino, per i criteri comparativi, per il contesto tombale di un semplice fanciullo di anni cinque, che esige rispetto logistico, in luogo circostante una Basilica-cimiteriale cristiana.

"Celerio Giustiniano" (o i suoi genitori e parenti, cristiani) chiede di non mettere altri resti mortali sulla sua tomba e lo "scongiura per lo stesso luogo" e poi ripete il motivo specifico "quia iste locus a prius sanctus est", "perché questo luogo già da molto prima è santo".

L’espressione "a prius" è tipico comparativo avverbiale, con significato "nel tempo antico, presso gli antichi, gli antenati, gli avi" "questo luogo è santo".

Trattasi, cioè, di un "luogo santo", "di santità cristiana", risalente "al tempo antico, come presso gli antenati cristiani".

La lapide tombale porta la scrittura abbastanza rozza e imprecisa ed è, quindi, come nei sicuri criteri valutativi, storicamente certa nei contenuti, perché "espressione spontanea e semplice di fede cristiana".

Tenendo in considerazione la durata della tradizione degli antenati, che è da considerarsi comunemente di circa due secoli, il "luogo santo da tempi immemorabili", risale, certamente ai secoli I-II d. C., ed il "Santo" è di sicuro "San Casto Vescovo e Martire", primo Vescovo della Diocesi di Calvi, ed il "luogo santo", è di sicuro la prima chiesa paleocristiana a lui dedicata e eretta su un terreno santificato dal Suo Corpo e irrorato dal Suo Sangue di Martire, al quale, come al suo antico predecessore, il Vescovo Calepodio dedicò successivamente il primo altare in perpetuo e fece erigere la "grande" Cattedrale intorno al 307.

Questa lapide tombale di Celerio Giustiniano riporta, quindi a San Casto, 1° Vescovo della Chiesa di Calvi, che tradizionalmente vanta di essere di origine apostolica, risalente allo Stesso S. Pietro, e cioè a San Pietro che da Gerusalemme si portava a Roma transitando per la Via Latina attualmente Via Casilina.